Memoriale della Shoah di Milano

“L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferenza è complice. Complice dei misfatti peggiori”

Liliana Segre

Domenica 23 febbraio, data che ha assunto in seguito un significato negativo per tutti  noi perché ha segnato l’inizio dello stato d’emergenza per l’epidemia da Covid -19, era il giorno fissato per un appuntamento a cui come Associazione tenevamo molto: la visita guidata al Memoriale della Shoah di Milano, più noto come Binario 21.

E così ben 54 persone ci siamo recati presso la Stazione Centrale dove nella zona sottostante il piano dei binari  furono caricati in carri bestiame i prigionieri in partenza dalle carceri di San Vittore. Tra tutti i luoghi che in Europa sono stati teatro della deportazione, oggi il Memoriale è il solo ad essere rimasto intatto.

Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio.

Una volta entrati nel grande atrio ci siamo raccolti con la guida davanti a un lungo muro lacerato al centro, nel quale è incisa la grande scritta “INDIFFERENZA”, voluta da Liliana Segre, che da questo luogo ha iniziato il doloroso viaggio verso Auschwitz, perché proprio a causa dell’indifferenza dei più è stata possibile la Shoah.

E’ un ammonimento iniziale che accompagna i visitatori durante l’intera visita al Memoriale.

Una lunga rampa sospesa dal pavimento dell’atrio collega il piano d’ingresso al livello rialzato avvolgendosi intorno al “Muro dell’Indifferenza” e facendo “scomparire” i visitatori all’interno dell’area. Si percorre quindi la lunga banchina della deportazione, osservando i vagoni merci, il Muro dei Nomi, le lapidi sul pavimento che ricordano le partenze dei convogli…. per accedere alla fine  al cosiddetto “Luogo di riflessione” nel quale è possibile sostare, riflettere, pregare.

Un percorso che i visitatori fanno dall’indifferenza alla conoscenza perché il memoriale vuole essere uno spazio   per costruire il futuro e favorire la convivenza civile.

“Un Memoriale per chi c’era, per chi c’è ma soprattutto per chi verrà. E allora abbiamo noi per primi il compito di non dimenticare”.

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